Si può sfruttare l’errore per migliorare l’apprendimento?

Per la Giornata Internazionale dell’educazione parliamo dell’importanza dell’errore. Si tratta di un argomento che riguarda sia l’apprendimento che la vita.

Troppe studentesse e troppi studenti vivono gli errori con vergogna o come un qualcosa da temere.

Gli errori, invece, sono necessari e parte fondamentale del processo di crescita. Se ben usati, aiutano ad apprendere meglio e a diventare persone emotivamente più forti.

Cosa si può fare a scuola per educare all’errore in modo sano?

Dal punto di vista della ricerca, una strategia efficace è il pretesting.

Consiste nel fare un test a scelta multipla, da assegnare prima ancora di conoscere e affrontare un argomento.

Dopo la prova, ci sarà un periodo di autocorrezione, basato sull’attività didattica e la preparazione personale.

Qual è il senso del pretesting?

A prima vista, il pretesting può sembrare insensato, visto che studentesse e studenti devono affrontare una verifica senza conoscere l’argomento.

Questo approccio, tuttavia, allenta la pressione sull’errore, perché è naturale sbagliare senza sapere. In qualche modo, il pretesting insegna che l’errore non è una tragedia e porta studenti e studentesse a focalizzarsi su aspetti diversi dalla paura o dalla vergogna, come l’audacia, l’intuito, ecc.

Successivamente, il pretesting aiuta a fare un passo in più, per imparare dall’errore e imparare a reagire dopo l’errore.

Il secondo passo del pretesting, infatti, consiste nel riconsegnare la verifica a studentesse e studenti, indicando loro solo dov’è l’errore, senza apportare correzioni ulteriori.

Scopo degli studenti e delle studentesse sarà riconsiderare la verifica e trovare in autonomia le risposte corrette, scoprendole attraverso le lezioni e il lavoro di preparazione personale.

Non è meglio studiare come si è sempre fatto, anziché sfruttare l’errore?

Vari studi recenti hanno voluto verificare proprio questo.

Sostanzialmente, studenti e studentesse che hanno sostenuto il pretesting hanno raggiunto risultati migliori (fino al +49%) rispetto a coetanei e coetanee che hanno studiato in modo tradizionale (attività-preparazione personale-verifica).

I ricercatori ipotizzano che imparare a fare ipotesi con il pretesting riduca la paura di sbagliare. Conseguentemente, imparare a fare ipotesi senza paura aiuta a migliorare l’apprendimento.

Inoltre, la generazione di errori che successivamente vengono auto-corretti può essere una chiave per il successo. Tale attività stimola studenti e studentesse ad avere un atteggiamento più attivo, a partire dagli sbagli compiuti.

L’apprendimento, in sostanza, sembra essere più solido quando studenti e studentesse imparano grazie agli errori.

RIFERIMENTI

CYR, A. A. & ANDERSON N. D. (2018) Learning from your mistakes: does it matter if you’re out in left foot, I mean field?, Memory, 26:9, 1281-1290, DOI: 10.1080/09658211.2018. 1464189

PAN, S. C. & SANA, F. (2021). Pretesting versus posttesting: Comparing the pedagogical benefits of errorful generation and retrieval practice. Journal of Experimental Psychology: Applied, 27(2), 237–257. DOI: 10.1037/xap0000345

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