Parliamo di relazioni sentimentali dunque e, in un certo senso, di incompatibilità affettiva.
Quello che la domanda racchiude, rientra nelle “pressioni tra pari”. Queste pressioni rappresentano tutto quello che gli altri che frequentiamo vorrebbero che noi facessimo.
Non necessariamente questo avviene per cattiveria.
Tuttavia, l’effetto è che ci sentiamo davanti ad una scelta difficile che ci dà un grado di disagio elevato [1].
In queste situazioni, poiché tu non sei una macchina, un oggetto o un computer che può essere programmato, è naturale che i tuoi pensieri ed i tuoi sentimenti possano non coincidere con i pensieri ed i sentimenti degli altri. Quindi, hai il diritto di non accettare una proposta che non ti convince o non ti soddisfa.
Poiché anche l’altra persona non è una macchina, un oggetto o un computer, è altrettanto naturale che tu non possa controllare tutte le sue reazioni. Questo significa che le reazioni degli altri non dipendono solo da te ma anche da loro.
Facciamo qualche esempio a riguardo e consideriamo proprio il cuore spezzato dinnanzi ad un “no!”. Questa è l’unica possibilità che gli esseri umani hanno?
Assolutamente no.
Alcune persone, maschi o femmine, quando sentono che c’è qualcosa che non va, se ne vanno o si allontanano per prevenire un rifiuto (poco prima di sentire il no). Altre, invece, si intestardiscono e cercano in tutti i modi di cambiare la situazione (a volte con molta/troppa insistenza) per trasformare quasi ad ogni costo il “no” in un “si” (quando questo capita è molto importante proteggersi ed anche parlarne a casa se l’insistenza è troppa).
Altre persone si chiudono in se stesse, come se si trattasse di un lutto. Altre vorrebbero vendicarsi. Altre ancora passano sopra al “no” con leggerezza e si rimettono alla ricerca di un’altra persona, come se nulla fosse successo. Altre cercano di migliorarsi e si prendono del tempo. Ecc.
Dunque, le reazioni emotive altrui (il cuore spezzato) non dipendono nello specifico da te ma, in gran parte, dipende anche dalle scelte emotive dell’altra persona.
Chiarito questo (e perdonami per la lunghezza), veniamo alla domanda.
Anche se non tutto è sotto il nostro controllo, cosa si può fare per tentare di affrontare la situazione?
Innanzitutto è utile vedere le cose un modo diverso.
Anziché domandare o domandarsi “Come faccio a dire di no ad una proposta senza spezzargli il cuore?” in questi casi è utile domandarsi:
“come faccio a dire di no ad una proposta rispettando l’altra persona e conservando intatto il mio cuore?”.
Ogni scelta importante che coinvolga sentimenti, infatti, ha un peso forte anche per te, non solo per l’altro o l’altra.
Per ridurre al minimo i danni, anche se certi livelli di sofferenza personale ed altrui vanno messi in conto e fanno aprte della vita (e della crescita), può essere utile chiarire con gli altri i propri sentimenti, dicendo ciò che si vuole e cercando di rimanere coerenti.
Dunque, è importante affermare se stesse o se stessi, anziché rifiutare l’altro o l’altra.
Cosa significa in termini pratici?
Significa dire ciò che si vuole per sé, con chiarezza e sinteticità.
Ad esempio, si può dire “voglio la tua amicizia e mi farebbe piacere restare amici.”; “mi piace quando usciamo insieme, scherziamo, studiamo, ecc. e vorrei che le cose restassero così”; “ti ho sempre visto come un amico (o un’amica) e faccio fatica (o non riesco) a vederti o a considerarti in modo diverso”; ecc.
Nei confronti di noi stessi o noi stesse, invece, è importante restare coerenti con le decisioni prese se si dovesse verificare uno stato di forte confusione, timore o indecisione a causa delle reazioni emotive altrui, soprattutto rispetto agli affetti.
In termini pratici, questo significa almeno due cose.
- Se l’altro o l’altra vuol proteggersi emotivamente ed ha bisogno di non vederci, sarebbe utile che venisse rispettato o rispettata (non possiamo pretendere che l’altro o l’altra stia bene per sentirci più sollevate o sollevati). Se non riesce ad accettare i nostri sentimenti (così come noi non riusciamo ad accettare pienamente i suoi), si eviterà di scherzare un po’ di più con l’altra persona, abbracciarla, ecc. o tentare di consolarla, perché altrimenti si rischia di prolungare troppo il dolore. È importante provare a rispettare il dolore dell’altro o dell’altra, se non c’è troppa insistenza da parte sua nei nostri confronti.
- Se chiariamo le nostre scelte emotive, esprimiamo un nostro diritto fondamentale di esseri umani. Questo aspetto dovrebbe esserti molto chiaro. Soprattutto dal punto di vista dei sentimenti, non dovrebbero esserci forzature. Se qualcuno tentasse di forzarci, rispetto ai sentimenti, è importante diventare energici e rifiutare tutto ciò che ci fa sentire costretti o costrette. Se non si ha chiaro questo, il rischio è di sentirsi in colpa pur non avendo fatto nulla di male. Tuttavia, in questo caso non si fa nulla di male ma si esprime solamente noi stesse o noi stessi.
- Infine, è importante gestire la propria sofferenza in modo adeguato. È importante quindi provare ad accettare anche il proprio dolore (perché può esser difficile ricevere un no, ma è altrettanto difficile dire un no, avendo chiaro il possibile dolore altrui). Parlarne con qualche persona fidata, come ad esempio un genitore (e a volte anche buttare qualche lacrima), può essere un ulteriore aiuto per noi. La persona che non si trova d’accordo con i nostri sentimenti, a sua volta, potrà fare la stessa cosa nel suo ambiente di vita (si può provare ad invitarla a fare ciò). Nessuno di noi è completamente solo nel mondo, anche se a volte ci comportiamo o ci sentiamo come se fossimo soli. É importante ricordarsi di questo.
Ognuno, quindi, dovrà riuscire a rimettere bene insieme i pezzi del proprio cuore (anche se per motivi diversi), in modo che torni a funzionare meglio di prima.
Imparare a gestire tutto ciò è un importante compito di crescita. Per questo, ti mando di cuore un GRAN IN BOCCA AL LUPO!
Cristian P. 🙂
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[1] Soprattutto, in questi casi proviamo disagio quando abbiamo a cuore l’altra persona (non vogliamo che soffra), quando abbiamo molta considerazione del suo giudizio (non vogliamo che ci percepisca male) o abbiamo molta considerazione del giudizio del gruppo di cui facciamo parte noi e l’altra persona (non vogliamo che il gruppo ci etichetti male e ci escluda).